Un progetto del Liceo Scientifico L.B. Alberti

Descrizione
David Hebert Lawrence è uno degli scrittori inglesi più importanti del XX sec. Conosciuto per opere più famose come “l’amante di lady Chatterly” e “Figli e amanti”, è inoltre autore del libro “Mare e Sardegna”, il racconto del suo viaggio nell'isola mediterranea, iniziato il 6 gennaio del 1921 e durata nove giorni partendo da Cagliari fino ad arrivare a Olbia-Terranova. Da qui nasce il progetto "Cagliari con gli occhi di Lawrence", che si propone di omaggiare la città di Cagliari raccontandone alcuni luoghi artistici e di interesse visitati da questo autore, cercando di portare luce sul passato della città e stimolare la curiosità di visitarla ancora nei giorni nostri. Ma da dove ha origine questo viaggio? All’inizio dell’opera Lawrence si trova in Sicilia quando sente l’irrefrenabile desiderio di scappare per altre terre: "Viene addosso l’assoluta necessità di muoversi. E, quel che conta di più, di muoversi in una particolare direzione. Doppia neccessità dunque: mettersi in movimento e sapere in quale direzione. Perchè non si può star fermi?" Già, perchè? Non si può dire che la terra sicula non lo abbia suggestionato. Eppure sembra un bisogno maggiore quello che lo spinge ad andarsene, che lo spinge a conoscere l’anima e il passato di luoghi sempre nuovi. Adesso un altro interrogativo: dove andare? "Dove, allora? La Spagna o la Sardegna. La Spagna o la Sardegna. La Sardegna, che non assomiglia ad alcun luogo. La Sardegna, che non ha storia, né età, né razza, nulla da offrire. Vada per la Sardegna. Dicono che né i Romani né i Fenici né i Greci né Arabi conquistarono mai la Sardegna. Essa sta fuori, fuori dal cerchio della civiltà. Come i paesi baschi. Certo ora è italiana, con le sue ferrovie a e i suoi autobus. Ma c'è ancora una Sardegna non indomita. Giace nella rete della civiltà europea, ma non è stata ancora tirata a secco. E la rete si fa vecchia e lacera. Molti pesci sgusciano dalle maglie della vecchia civiltà europea. Come quella grande balena che è la Russia. E forse anche la Sardegna." Non è in realtà il posto che interessa a Lawrence. È ciò che gli ispira, che gli racconta. Difatti egli non visiterà tutti i monumenti più importanti di Cagliari, e non si tratterrà più del dovuto in ogni luogo che visita. Come se scattasse una fotografia, cercherà di cogliere l'anima delle persone, i loro modo di essere, le loro tradizioni, nel clima di festa del giorno dell'Epifania. Ed è con queste parole che incomincia a raccontare: "Ed ecco, d'improvviso, Cagliari: una città nuda che sorge ripida, ripida e dorata, ammucchiata spoglia dalla pianura verso il cielo, al vertice della vuota insenatura informe. È strana e un po' incantata, non ha nulla di italiano. La città si ammucchia verso l'alto e nobile e quasi in miniatura, e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, sorge così un po' nuda e fiera, remota come se fosse rimasta indietro nella storia, come la città di un messale monastico miniato. Ci si domanda come sia capitata qui. E sembra Spagna, o Malta: non Italia. È una città ripida e solitaria, senza alberi, come in un'antica miniatura antica. Ma ha pure qualcosa di gioiello: un nudo gioiello d'ambra che si apre improvviso, a rosa, nel profondo dell'ampia insenatura. L'aria soffia fredda e pungente, il cielo è tutto grumi. E quella è Cagliari. Ha uno strano aspetto, come se si potesse guardarla ma non penetrarvi. È come una visione, un ricordo, qualcosa di tramontato. Impossibile poter camminare in quella città: metterci piede e mangiare e riderci."